teoria degli stadi nascenti

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La Teoria degli stadi nascenti

è un progetto letterario a metà strada tra le riflessioni personali, la filosofia e la semiotica. Nata nel maggio del 2011, La teoria degli Stadi Nascenti si occupa del caso, delle relazioni e della possibilità di interpretare la vita come vincitore, non come perdente.

La Teoria degli Stadi Nascenti è un progetto letterario i cui diritti sono in Creative Commons 'some right reserved'

musica di sottofondo: Wonder Cycle di Chris Zabriskie
chriszabriskie.com

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TEORIA DEGLI STADI NASCENTI

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I.IL CASO (E I 3 CASI DEL CASO)

Definizione di Caso: incontro non preordinato di eventi preordinati

Caso n. 1
Qualche sabato fa sono andato a ballare in disco. Dopo un paio d’ore di ballo, passando da una sala all’altra ho incrociato lo sguardo di un ragazzo.
Lui ha incrociato il mio.
Ci siamo avvicinati, abbiamo iniziato a parlare. Poi ho sentito la sua mano destra scivolare sul fianco e tirarmi a sé. Lo stesso ho fatto io, stringendolo a me. Per farla breve: abbiamo parlato per due minuti, al terzo ci stavamo già baciando.Al quarto si avvicina un altro ragazzo, veramente, ma veramente carino e guardandoci ha esclamato: ‘Che bella coppia che siete! È da tanto che state insieme? Sai... è così difficile vedere due bei ragazzi fidanzati!’
Allora il ragazzo con cui mi stringevo ha dichiarato: ‘Veramente ci siamo conosciuti meno di cinque minuti fa!’

Tornando a casa non ho potuto fare a meno di pensare a cosa fosse successo se il ragazzo carino fosse arrivato cinque minuti prima.

Caso n. 2 

Qualche pomeriggio fa ho preso un caffè con un ragazzo che mi piace, poi siamo andati a casa sua, abbiamo parlato del più e del meno. È stato un piacevolissimo pomeriggio, poi abbiamo fatto sesso. È stato del piacevolissimo sesso.

Avevo sperato mi invitasse a cenare insieme, ma non è stato così. Poco importa. 

Andando via mi ha telefonato un amico e mi ha invitato a cena con lui . 

Sono andato a casa sua. Ci siamo messi a parlare e ci siamo accordati per andare ad allenarci in palestra da lui, il giorno seguente.

Così abbiamo fatto. In palestra ho conosciuto un ragazzo meraviglioso, che mi ha fatto capire di volere il mio numero. Gliel’ho lasciato molto volentieri: è stato un colpo di fulmine. Ora ci frequentiamo regolarmente.

Ora mi chiedo: e se il primo ragazzo mi avesse invitato a rimanere con lui a cena?

Caso n.3

Anni fa ho conosciuto un ragazzo bello e dolce. Abbiamo passato un pomeriggio insieme, poi non ci siamo più visti, se non di tanto in tanto, per caso, salutandoci amichevolmente ogni volta. 

Qualche giorno fa sono stato fuori Roma per lavoro, ho dormito in un B&B. Ho conosciuto un ragazzo dolcissimo e meraviglioso, abbiamo passato poche ma intense ore insieme e ci siamo salutati continuando a ripeterci: ‘Che peccato che viviamo così tanto lontani l’uno dall’altro!’.

Al mattino, dopo che era andato via, mi sono fatto la doccia e sono andato a prepararmi un caffè nel soggiornino del B&B. Vi ho trovato, con estrema sorpresa, il primo ragazzo, che non vedevo da anni. Ci siamo raccontati gli ultimi trascorsi della nostra vita. Il suo racconto, in particolare, mi ha molto intenerito.

Poi, d’improvviso, esclama: ‘Sai... quando vivevamo nella stessa città, avremmo potuto fidanzarci...’.

Ma io avevo addosso l’odore dell'altro.

Capitolo 2

II.GLI STADI NASCENTI

Come è possibile che alcuni eventi di per sé casuali (alcuni descritti nella parte precedente) abbiano un così vasto potere sulla nostra interiorità? La risposta è questa: perché siamo degli Stadi Nascenti 

 Cos’è uno stadio nascente? 

 Uno stadio nascente è ciascuno di noi al momento in cui le nostre aspettative prendono il sopravvento, rendendoci pazzescamente fertili.

 Fertili e fecondabili.

Giorni di aridità lasciano il posto ad una sconfinata voglia di amore.

 Nottate di sesso spinto sono messe in secondo piano pur di avere un bacio, un bacio vero. 

 Serate in chat/disco, buttando gli occhi addosso a tutti, ormai, stancano. 

 Vogliamo essere eletti. Eletti da qualcuno. Scelti da qualcuno. 

 Ma anche eleggere. Eleggere qualcuno.

Scegliere ed essere scelti.

Carichiamo i sensi di aspettative, aumentiamo la sensibilità alle stelle, spalanchiamo la porta del cuore.E tutto ciò non arriva in un giorno, occorre un po’ di tempo.

Il cuore richiede tempo.

Nel mentre lo stadio interiore, cresce, cresce, cresce: diviene nascente.

Allora pur di appagare la nostra fertilità, pur di esercitare il nostro senso di dominio sull’universo creato, pur di dire al mondo che qualcuno là fuori ci attendeva da sempre... beh... apriamo la porta e... ci scontriamo con la Teoria dell’Infelicità umana.

Capitolo 3

III.TEORIA DELL’INFELICITÀ UMANA
(O TEORIA GENERALE DELL’INSODDISFAZIONE)

Definizione della Teoria:
I brutti guardano i belli.
I belli guardano gli interessanti.
Gli interessanti guardano i brutti.

È ovvio: questa teoria non ha la pretesa scientifica di dimostrare che il mondo è diviso esattamente in queste tre categorie (brutti, belli, interessanti).

Naturalmente lo scopo è un altro: renderci conto che guardiamo chi non ci guarderebbe mai e siamo guardati da chi non guarderemmo neanche di striscio. 

È sempre così, ve ne siete accorti vero?

Ne prendiamo quotidianamente atto osservando le coppie. Un tipo supermuscoloso (che magari ci interessa) sta con il panzone ultrasessantenne (magari ci interessa anche lui).

La mente sopraffina (è questa che vogliamo?) sta con uno che non sa incolonnare tre parole per un discorso (forse vogliamo uno così?).

Il viso dolce e armonico (ecco: è il mio tipo!) sta con uno dalla faccia squadrata e irregolare (anzi no, questo è il mio tipo!).

E di esempi simili ce ne sono tanti. Potrei continuare ad elencarli all’infinito e ognuno di noi potrebbe sicuramente citarne altri.

Ma perché è così?

Perché perdiamo un sacco di tempo fissandoci su qualcuno che proprio non ci considera?

E perché non ci accorgiamo di avere alla porta una fila di persone che solo al pensarle ci viene la nausea? 

Perché va sempre così?

E, soprattutto, esiste un modo per uscire da questa gabbia, per spezzare questo cerchio, per rompere questa catena, per tentare, almeno per po’ del tempo che ci rimane, di essere felici?

Sì, la soluzione esiste.

Capitolo 4

IV.APPUNTI DI FELICITÀ PROVVISORIA (I PARTE)


La chiave si chiama Felicità Provvisoria. Essa si raggiunge in due passi, o, meglio, due gambe che ci permettono di camminare.

La prima gamba è la Consapevolezza di essere uno Stadio Nascente.

Gli Stadi Nascenti (noi) non sono mai casuali, perché sono dentro di noi. 

 Sembrano irrazionali, sembrano che crescano e si sviluppino senza criterio, ma non è così. 

Gli Stadi Nascenti danno dei segnali chiari della presenza di sé, del fatto che stanno nascendo, che stanno crescendo, che presto prenderanno il sopravvento sulla nostra capacità raziocinante. 

Esiste un modo per rendersi conto di tutto ciò, si chiama Consapevolezza. Consapevolezza dei sentimenti, del fatto che le cose pur essendo sempre le stesse ci appaiono diversamente, perché le stiamo interpretando diversamente. Perché il nostro cuore sta diventando fertile? E perché proprio in quel momento?

Occorre Consapevolezza.

La Consapevolezza richiede spazio: e se non glielo diamo, gli Stadi Nascenti prendono il sopravvento. La Consapevolezza richiede tempo, tempo di guardarsi dentro, mentre ci si guarda allo specchio. 

Se questi tre Io (quello che ci appare quando ci guardiamo allo specchio, quello che ci appare quando ci guardiamo dentro e quello che pensiamo di essere) coincidono, allora siamo sulla buona strada.

Altrimenti è necessario correre ai ripari.

Vi prego, il tempo passa, inesorabilmente. Siate consapevoli che gli Stadi Nascenti non si fermeranno fino a quando non avranno ottenuto ciò che vogliono, prendere il sopravvento su di noi e darci l’illusione di essere felici.

 Fate qualcosa, prendetevi il vostro spazio e il vostro tempo. 

Solo allora sarete pronti per il secondo passo. Solo allora prenderete Consapevolezza della seconda gamba, dell’unico modo per essere felici: demolire la Teoria dell’Infelicità umana.

Capitolo 5

V.APPUNTI DI FELICITÀ PROVVISORIA (II PARTE)


Se avete conquistato la Consapevolezza di essere uno Stadio Nascente, non vi rimane che un ultimo passaggio: demolire la Teoria dell’Infelicità umana.

Per farlo fare pienamente e con soddisfazione è necessario collocarsi esattamente nel mezzo della Teoria dell’Infelicità umana e fermarla.

Sì, esatto, fermarla. 

La Teoria dell’Infelicità Umana funziona perché si muove velocemente, vi fa credere che ciò che non avete e che, quindi, desiderate vi renderà felici.

Ma non è affatto così: è una pura illusione!

La felicità non può risiedere in ciò che non abbiamo. Ne è prova il fatto che nel momento in cui lo conquistiamo, già non siamo più soddisfatti ed immediatamente ci buttiamo a caccia di altro. 

Fermate l’assurdità che la felicità è ciò che non abbiamo, fermate l’assurdità che ciò che non abbiamo ci renderà felici. 

 Fermatevi. 

Fermatevi e voltatevi.

Esattamente: voltatevi. Guardate alle vostre spalle. 

Ciò che abbiamo avuto e ciò che siamo, ci rende felici, anzi è la nostra felicità.

Se smettessimo di guardare chi non ci guarderebbe mai e ci voltassimo anche per un solo istante, ci accorgeremmo di essere amati, infinitamente amati, da qualcuno di cui non notiamo l’esistenza perché troppo impegnati ainseguire qualcosa che non esiste.

Il segreto della felicità sta nell’avere consapevolezza di essere uno Stadio Nascente e imparare che ciò che non abbiamo non ci rende felici.Ciò che abbiamo ci fa felici, è la nostra felicità. 

Tu, dunque, che hai la fortuna di leggere queste parole, smettila immediatamente di correre.

Fermati, all’istante e comincia a essere felice.

Ora. 

E per sempre.